martedì 2 novembre 2010

polizia molto arrabiata




"Europa, Europa, \\ prima viene padroni \\ poi servi dei padroni \\ poi cani dei servi dei padroni \\ poi niente, niente, niente \\ poi veniamo noi."

"Agrigento, Benevento, \\ Aspromonte, Sacro Monte, \\ Recanati, baraccati"


"Vedi", gli disse "in città succedono molti fatti. In città, ogni giorno succede almeno un fatto. Ogni giorno, dicono, esce un giornale e racconta almeno un fatto. In capo all’anno, quanti fatti sono? Centinaia e centinaia. E in capo a vari anni? Migliaia e migliaia. Immagina. Come può un cafone, un povero cafone, un povero verme della terra conoscere tutti questi fatti? Non può. Ma una cosa sono i fatti, un’altra è chi comanda. I fatti cambiano ogni giorno, chi comanda è sempre quello. L’autorità è sempre quella."

"E le gerarchie?" chiese il forestiero.

Ma allora noi non sapevamo che cosa significasse la strana parola. Il cittadino dovette ripetercela varie volte con altri termini.

E Michele pazientemente gli spiegò la nostra idea:

"In capo a tutti c’è Dio, padrone del Cielo. Questo ognuno lo sa.
Poi viene il principe Torlonia, padrone della terra.
Poi vengono le guardie del principe.
Poi vengono i cani delle guardie del principe.
Poi, nulla.
Poi, ancora nulla.
Poi, ancora nulla.
Poi vengono i cafoni.
E si può dire ch’è finito."

"Ma le autorità dove le metti?" chiese ancora più irritato il forestiero.

"Le autorità" intervenne a spiegare Ponzio Pilato "si dividono tra il terzo e il quarto posto. Secondo la paga. Il quarto posto (quello dei cani) è immenso. Questo ognuno lo sa."

da fontamara di ignazio silone, 1930